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Editoriale "Pensare il dopo capitalismo con André Gorz"
vendredi 12 mars 2010, par
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Due anni fa ricevemmo l’ultimo testo del nostro padrino André Gorz [1], proprio alcuni giorni prima che lui e sua moglie ci lasciassero.
Il presente numero d’ EcoRev’ rende omaggio a questo pensatore dell’ecologia politica e, trascorsi dieci anni dalla nostra prima uscita – Sopravvivere al Capitalismo – prende una forma particolare. Non si tratta di un omaggio che tenti di sacralizzare “un pensiero gorziano”, ma piuttosto – in un contesto di crisi sistematica e globale – di una riflessione capace d’interrogare e prolungare l’idea centrale del suo ultimo scritto : L’uscita dal capitalismo è già iniziata.
Questo numero ha come oggetto quello di mostrare quanto le intuizioni d’André Gorz siano più che mai attuali e, in egual misura, quanto esse siano capaci di contribuire alla costruzione (complessa ma necessaria) di un’ecologia politica come alternativa al capitalismo.
Il capitalismo del ventunesimo secolo si trova stretto nella morsa degli effetti deleteri dell’inquinamento e dell’esaurimento delle materie prime, generati dal suo stesso modo di produzione. L’effetto di questo esaurimento è amplificato dal principio fondamentale del capitalismo di orientare il proprio funzionamento quasi esclusivamente verso la ricerca del profitto.
Per di più, insieme alla robotizzazione e all’automazione – che, nel contesto di un produttivismo esasperato, distruggono de facto l’occupazione – la tecnologia digitale instaura un’economia del sapere corredata dalla sua dose di stress e di malessere sul lavoro. Siamo quindi molto lontani da quella Società dell’Intelligenza di cui parla André Gorz. A questo si aggiunga poi un “consumerismo” che estende i tentacoli del commercio a tutti gli spazi vitali. I quartieri popolari del Nord e del Sud del mondo, sono certamente le prime vittime di questo consumerismo. Ciononostante, qui si sviluppano delle innovazioni economiche e sociali che possono diventare l’humus per la pratica d’attività post-produttive.
La situazione attuale non è quindi una fatalità, tanto meno può essere ritenuta ineluttabile. Esistono delle soluzioni per uscire da questo capitalismo in modo civile – in caso contrario una soluzione barbara verrà in definitiva a imporsi sottoforma di guerra.
Queste soluzioni civili sono concepibili nel quadro di un nuovo paradigma. Esse interessano la messa in opera di una politica decisionista che si oppone alle conseguenze dell’effetto serra per mezzo di decisioni drastiche prese democraticamente.
Queste soluzioni rafforzano il riconoscimento di un modo di produzione che potrebbe assomigliare a quello del programma open source, incentivando la sua diffusione a tutte le sfere della produzione. Anche le scienze pure e applicate hanno bisogno che tutti gli attori del settore prendano in mano ogni strumento al fine di promuovere e diffondere quelle conoscenze e quel sapere necessari alla comprensione della complessità delle circostanze, rifiutando la nozione di proprietà intellettuale.
Queste soluzioni si basano anche su di una produzione limitrofa ai centri di domanda, una rilocalizzazione delle attività agricole così come delle attività industriali – grazie alla realizzazione di una rete di cooperative e d’atelier volta a compensare la condizione attuale attraverso l’emergere della peer production, per esempio utilizzando la stampate 3D.
La creazione di un reddito sociale garantito viene a completare e sostenere l’insieme del dispositivo e permette l’emergere di una nuova organizzazione del lavoro e di un modo di produzione che risponda ai bisogni.
“Non dico che queste trasformazioni radicali si realizzeranno. Dico soltanto che, per la prima volta, noi possiamo volere che esse si realizzino. I mezzi per farlo esistono così come le persone che vi si dedicano metodicamente” André Gorz (2007).
La redazione
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Traduction : Matteo Cavanna